La Marcia funebre, una tradizione antica ancora attuale

Categoria: curiosità

La consuetudine di accompagnare il solenne corteo funebre, utilizzando brani di musica strumentale, era un’usanza già presente fra i popoli antichi.
Infatti, i Greci impiegavano i suonatori di flauto durante le pompe funebri, mentre gli Etruschi utilizzavano i suonatori di cetra. Presso i Romani, la processione del funerale tradizionale, detto “funus translaticium”, era preceduta da alcuni musici.

Nel Seicento, la marcia funebre, originariamente riservata alle esequie di personaggi illustri e con ritmi prettamente militari, diventò più popolare e raggiunse la sua massima espressione artistica nell’Ottocento.

Il musicista tedesco Beethoven compose alcune melodie funebri che si diffusero rapidamente e influenzarono gli autori successivi, come ad esempio la marcia dell’opera Eroica.

Il compositore tedesco sarà il punto di riferimento per il celebre musicista franco-polacco Chopin, che creerà una magnifica e celeberrima marcia funebre, tuttora utilizzata a livello internazionale.

Successivamente, Liszt e Mahler scrissero alcuni brani particolarmente suggestivi, come La Notte, che Liszt dedicò alla figlia scomparsa o le marce che Mahler inserì nella prima e nella quinta sinfonia.

Nel Novecento, il più apprezzato autore di questo genere musicale fu il russo Sostakovic, che le incluse nel Quartetto d’archi n°15.

Caratteristiche del genere musicale

Le marce funebri sono tipicamente molto lente e con un andamento triste e regolare. Si prestano ad essere eseguite da complessi di fiati che consentono una maggiore potenza sonora negli spazi aperti, dove solitamente si svolgono le cerimonie funebri e le processioni. Spesso vengono impiegati i tamburi, a sottolineare l’origine solenne e militare di queste composizioni.

La marcia funebre appartiene al genere della musica funebre, che include anche forme espressive diverse dalla musica strumentale, come nel Requiem, in cui viene utilizzato il canto.

Negli Stati Uniti la contaminazione delle tradizioni europee e africane ha dato origine al jazz funeral, tipico di New Orleans, nel quale un complesso d’ottoni accompagna il funerale con inni e canti a tempo di marcia.

Un risvolto psicologico

La musica viene da sempre utilizzata per accompagnare i funerali e ormai è una consuetudine ritrovarsi ad ascoltare questi brani commoventi durante le commemorazioni.

Il motivo principale per cui si sceglie di utilizzare questo tipo di musica è per aiutare l’elaborazione del lutto ed evitare che ci sia un imbarazzante silenzio nei momenti più tristi della cerimonia, garantendo la necessaria pace interiore per riflettere sulla perdita subita.
Infatti, grazie alla musica particolarmente lenta, cadenzata e straziante, viene favorito il pianto, che non è da considerarsi un fattore negativo, perché aiuta ad esternare il proprio malessere interiore.

La marcia funebre oggi

Oggi la marcia funebre viene spesso utilizzata per accompagnare i funerali di Stato o le esequie di personaggi illustri della vita civile, politica, militare e culturale.

Nella tradizione spagnola e nel sud Italia, le marce vengono eseguite durante le processioni che accompagnano il periodo della Passione o durante la Settimana Santa.
Rispetto alle elaborate marce funebri composte da grandi musicisti, le marce popolari, eseguite dalle bande musicali, seguono schemi uniformi e semplici, ma d’effetto, in grado di comunicare strazio e commozione.

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